martedì 3 novembre 2009

il ritorno del signore oscuro...


Una nota per spiegare perchè il signore oscuro è così diverso, su FFB.. perchè il lord voldemort che racconto è così diverso da quello che è narrato da JKR. decisamente OOC, certo, con molti più dubbi, ed in cerca ci un significato diverso della vita. forse mi somiglia fin troppo ma pazienza. stasera sono in vena di malinconiche riflessioni, beccatevele anche voi! XD


Sono tornato, si, per la seconda volta. Stavolta però non c'entro nulla. Mi hanno riportato in vita dei seguaci, e devo ammettere che hanno fatto un lavoro anche migliore del mio. Mi hanno ridato un volto umano, ho il mio naso, i miei capelli, i miei occhi. Ho l'aspetto che avrei avuto attorno ai quaranta, se non avessi spezzato la mia anima per farne Horcrux. Hanno esumato il mio cadavere dal cimitero dov'ero stato sepolto, vicino a mio padre, ironia del destino. Hanno tirato fuori quello che rimaneva di me, dopo 5 anni dalla battaglia finale di Hogwarts, ed inizialmente mi hanno trasformato in un Infero. Hanno rimpolpato le mie ossa, con calma, dedizione, pazienza, e quando il mio corpo era stato restaurato abbastanza hanno evocato la mia anima. Mi sono “risvegliato” su un altare, nudo, gridando di dolore, mentre un paio di maghi e di streghe brandivano i frammenti dei miei Horcrux e cantilenavano incantesimi... mi sono sentito invadere dal dolore e dal piacere, mentre rientravo nel mio corpo, e poi sono svenuto per giorni. Mi sono ripreso solo per la fame, praticamente, e mi sono trovato circondato in un istante da volti adoranti, pronti a soddisfare ogni mia esigenza... ma ricordo pochissimo di quei primi giorni, se non le cure della gente che mi circondava, mormorando un nome che ricordavo a mala pena. Quello che ricordo era il dolore che sentivo. Non fisico, no, piuttosto una terribile sensazione di nostalgia. Era come se mi avessero portato via da casa, per catapultarmi in un luogo lontano e pieno di dolore. Credo di aver pianto come mai prima di allora, in quelle prime notti, senza nessuno che ascoltava le mie lacrime, senza nessuno a battermi su una spalla. All'orfanotrofio c'era un ragazzino che mi consolava sempre, quando piangevo. Si chiamava Harry, che coincidenza. Se lo portò via la tisi, quando avevamo otto anni. La stessa estate cominciai ad usare i miei poteri per far male, tre mesi dopo che avevo perso il solo amico che ho mai avuto in vita mia. E quelle notti lo ricordai, per la prima volta da decenni, e lo piansi, come se fosse appena morto.

Lentamente cominciai a recuperare tutti i miei ricordi, ed anche una sensazione di tristezza che non avevo mai provato in vita mia... Credo che abbiano davvero fatto un lavoro anche migliore del mio, per la mia seconda resurrezione, ma non posso dire di esserne contento. Credo che abbiano recuperato la mia anima, nella sua integrità. Con tutto quello che ciò comporta, in termini di coscienza e consapevolezza. Un conto è essere un assassino senza che questo comporti grandi rimorsi. Un altro è esserlo con la piena consapevolezza del male compiuto, in tutti i dettagli. È da allora che non sono più sicuro di ciò che sto facendo, che vogliono che io compia. Ora che sono tornato, i miei seguaci sembrano anche più determinati di prima ad aiutarmi a riconquistare il potere, ma sono io a non esser più sicuro di volerlo. Mi è stata data un'altra occasione e non sono sicuro di voler ripercorrere la medesima strada. Ma se loro si accorgono dei miei dubbi, che mi faranno? Nessuno è più in pericolo di un comandante dubbioso davanti ad un esercito di fanatici...

Sono passate settimane, prima di scoprire quanti erano a conoscenza del mio ritorno. Poco più di mezza dozzina. Li ho uccisi tutti, senza alcuno scrupolo, come un tempo. Non volevo che ci fossero altri a conoscenza del mio ritorno, colmi di aspettativa su quello che avrei dovuto fare, secondo loro. Non voglio più tornare ad esser quello che ero prima. Il sogno è spezzato, l'ambizione è morta con la mia vita precedente.

Ho fatto un test. Sono stato a Diagon Alley, ho camminato tra i maghi che mi temevano. Nessuno mi ha riconosciuto. Sono tornato anonimo, con il mio vero volto. Mi sono scoperto persino attraente, a giudicare dalle occhiate ammirate delle streghe che incrociavano il mio sguardo, che cercavano il mio sorriso.
Ho anche pranzato a due passi dal mio nemico di un tempo, Potter, già. Mi ha guardato senza riconoscermi. Mi ha chiesto il posacenere, posato sul mio tavolo e lo ha preso tra le mie mani, mi ha guardato, senza immaginare nemmeno lontanamente chi aveva davanti. Avrei potuto ucciderlo in quell'istante, ma non aveva più alcun senso. Non mi importa più se vive o muore, l'ho compreso guardandolo. Mi ha persino fatto pena: lo guardavano tutti, sorridendogli, facendo complimenti, tutti che si ricordano che cosa ha fatto. E lui che si vergognava di tanta celebrità. Poveretto. Da bravo orfano non sa accettare di esser amato. Non riesce a far pace con il fatto di suscitare amore, gli sembra sempre superfluo, immeritato. Mi ha fatto pena, ed ho capito che stavo provando pena per il riflesso di me stesso nei suoi occhi. È stato più di quanto potessi sopportare, me ne sono andato. Lontano.
Ho attraversato l'oceano per trovarmi un posto nuovo, una vita nuova, un luogo dove il mio nome non avesse alcun significato.

Curioso. Ho cercato di farmi un nome temibile, al punto che nessuno osava più pronunciarlo. Ho cercato di dimenticare il mio nome vero. Ed ora voglio un nome che non dica più nulla a nessuno. Ho cercato l'amore, ed ho trovato il desiderio. Ho cercato di imparare ad amare, per vedere se aveva davvero un senso, ed ho scoperto dolori più grandi dell'incapacità di amare. Mi hanno battuto perché sapevano soffrire? O perché trovavano un senso nel soffrire per amore? Io non lo so. So solo che cercare la pace di fronte al mare del mio faro, mi sta dando un senso più profondo di quello che ho mai trovato nell'ambizione di potere che mi ha divorato per tanti anni. Cerco la pace. Aspetto che questa nuova vita che mi è stata data mi insegni a star bene con me stesso, più di quanto sia riuscita l'ambizione della mia vita precedente.

Che gli dei mi aiutino, visto che maghi ed uomini non sanno farlo.
Di fronte al mare in tempesta che cerca di abbattere il faro in cui abito, sull'altra sponda dell'oceano, mi ritrovo uguale a me stesso, eppure diverso. So che la mia strada è sgombra dalle aspettative di un tempo, ma non ho ancora scoperto cosa sto cercando. Aspetto che il mare plachi la tempesta che sento dentro, per trovare la risposta celata in piena vista, il bisogno che mi dica, ecco, questo è quello che voglio.

Lord Voldemort è morto e sepolto. Tom Orvoloson Riddle è dimenticato. Non sono più colui che non può esser nominato. Sono colui che ancora non ha nome, come una pietra, un albero, esisto. E questo basta, per ora. Forse.

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