mercoledì 25 agosto 2010

Irrequietudine

Erano settimane che girava per il faro come una bestia in gabbia. Solo certe notti riusciva a dormire serenamente, quando il mare mostrava tutta la sua forza, in tempeste particolarmente irruente. Allora, soltanto, trovava pace, come se il fatto che il cielo mostrasse tanta furia gli desse la quiete che cercava. In qualche modo sentiva di potersi rilassare, quando era il cielo a esibire l'irrequietudine che sentiva dentro.
Quel posto al faro lo aveva voluto per trovar pace, e per certi versi gli era riuscito... dopotutto gli piaceva ancora guardare il mare, la sera, quando il sole tramontava e la notte sembrava ingoiarsi tutto, ma c'era ancora qualcosa che lo tormentava. Si rendeva conto che una situazione così solitaria gli lasciava troppo tempo da passare con se stesso. E non si era abbastanza simpatico, per passare tutto quel tempo in propria compagnia.
Guardava il proprio baule da viaggio con intenso desiderio, certi giorni... aveva voglia di fare i bagagli e ripartire, ricominciare da capo altrove, azzerare di nuovo tutto e vedere cosa sarebbe saltato fuori da un'altra parte... un suo conoscente, un licantropo di nome Derek era partito per un lungo viaggio in moto, in quei giorni, solitario, alla ricerca di se stesso, e lo aveva solleticato l'idea di far la stessa cosa, per un po'. Poi gli passava davanti Cletus, impegnato a risolvere i guai che il piccolo Ken, uno dei due fantasmi che aveva incontrato al faro, particolarmente dispettoso, organizzava a loro discapito... e sorridendo accantonava l'idea. Si era affezionato, a quella stramba situazione, era una specie di buffa famiglia, quella che si era costruito... persino il Capitano Stewartson gli sarebbe mancato, anche se si faceva vedere solo quando c'erano guai alla lampada. Senza contare l'accoglienza benevola dei maghi di Nantucket. Lo avevano accolto senza troppe domande, accontentandosi della storia che aveva raccontato, di esser una specie di apolide, senza patria, senza famiglia, in giro per il mondo solo per trovare un posto dove stare... ed alla fine lo aveva trovato, doveva ammetterlo con se stesso.
Ma qualcosa gli si agitava ancora dentro. Non sapeva trovar pace in se stesso, se ne rendeva perfettamente conto. I suoi fantasmi personali erano tornati a tormentarlo, alcuni li aveva superati, come quando aveva incontrato di nuovo Potter o addirittura Fenrir Greyback, anche lui esule dall'altra parte del pianeta per fuggire al loro passato sanguinoso. Eppure...
La compagnia femminile non gli mancava, era persino riuscito ad innamorarsi, anche se non si era ancora dichiarato alla bella strega con cui usciva ultimamente, Nena, malgrado fosse ben lontano dall'aver capito esattamente cosa fosse l'amore. Ma non erano tormenti di natura sentimentale a farlo sentire così irrequieto.
No.
Uno scopo. Qualcosa da fare che non fosse solo accendere e spegnere quel dannato faro. Qualcosa che avesse a che fare con il solo percorso che non aveva mai abbandonato.
La Magia, l'Arte.
Non era più ricerca di potere, certo. Diamine, da quando era tornato in vita per la seconda volta, si era reso conto di esser diventato persino più potente di prima, come se la sua anima reintegrata avesse posseduto poteri che i brandelli che gli erano rimasti in precedenza non riuscivano a contenere. Ora gran parte della magia più elementare poteva attuarla senza nemmeno la bacchetta, addirittura i suoi poteri di telepatia e telecinesi si erano ampliati al punto che aveva dovuto rafforzare le proprie schermature mentali, per evitare che interferissero con la sua quotidianità, altrimenti rischiava di portarsi gli oggetti alle mani in qualunque momento semplicemente guardandoli intensamente, o di leggere le menti delle persone che incontrava senza sforzo, con un semplice sguardo più profondo. La disciplina che praticava in gioventù per allenarsi era tornata ad essere pratica quotidiana, meditava, faceva esercizi di rilassamento, di concentrazione... insomma, stava ricominciando a sentirsi di nuovo un mago in piena attività, cosa che aveva trascurato per molto tempo. Ma non era in cerca di altro potere, non avrebbe saputo che farsene, ora come ora. Aveva cercato di fuggire da se stesso in tutto il mondo, ed era quello che aveva finito con il ritrovare, nella quiete del faro.
Se stesso, quello che era, un mago.
Ciò nonostante, non era ancora in pace. 




segue.....

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