venerdì 14 ottobre 2011

Freddo.

Non è uno scherzo l'arrivo del freddo all'isola.. le cose si immobilizzano, anche la gente per strada sembra rallentare, intirizzita. Solo le onde paiono accelerare. Mordaci aggrediscono gli scogli, sotto un cielo plumbeo. Il mago avvolto nel mantello guarda l'oceano, sorseggiando qualcosa di caldo.
Ha uno strano rapporto, ambivalente, con l'autunno e l'inverno.. li ama molto, si ritrova con il freddo più di quanto faccia con le stagioni calde, che lo fanno sentire a disagio, spogliato emotivamente, oltre che fisicamente, ma nel contempo accrescono il suo sotterraneo senso di malinconia, la fredda tristezza che gli abita nel cuore da sempre. Eppure è un senso familiare di solitudine, di vuoto, talmente tanto abituale da esser rassicurante. Quando non sai come colmarlo, anche il vuoto finisce di esser di compagnia, e l'abitudine alla solitudine alla lunga diventa un modo per proteggersi dai rapporti umani - quel mistero che il mago non è ancora riuscito a dipanare.
Quindi appoggiato al muro esterno, in terrazza, il mago assapora la sua solitudine, sorridendone quasi. Il freddo esterno è una memoria confortante del freddo interiore, ed è per quello forse che ama i mesi freddi più dei ciarlieri, socievoli mesi estivi. Almeno d'inverno le strade vuote lo riconfermano in una sua vecchia convinzione: la sua strada, per quanto possa star conducendolo verso un luogo più luminoso di quanto aveva osato credere e sperare una volta, resta sempre un percorso solitario. Sospira, pensando che forse non gli spiace nemmeno tanto. Non fa poi così male, quando ti ci abitui...

Nessun commento:

Posta un commento