giovedì 17 febbraio 2011

Conciliabolo.

Il primo ad accorgersi di quanto era accaduto fu Richard Murray, poco dopo la fuga del demone dai detriti fumanti della casa. Arrivò da Tom di buon'ora e trovò il posto sventrato, devastato da una furia immane. Vagò tra i detriti, cercando tracce dell'amico, chiamò i fantasmi che vivevano con lui, il guerriero acheo, il capitano di marina ed il ragazzino, ma non seppero dirgli nulla. Avevano solo sentito grida e poi l'esplosione che aveva semidistrutto la casa. Atterrito, il mago provò a chiamare Cletus, che non si fece vivo, mentre trovò invece il gattone rosso che ogni tanto si accampava in casa del mago, anch'esso vagava per i detriti della casa, miagolando smarrito. Lo prese e lo portò a casa con se, il cuore pieno di sgomento, temendo il peggio per l'amico. Aprì il negozio, come al solito, per scoprire che la voce della distruzione della casa del faro si era diffusa velocissima, tra gli abitanti magici dell'isola e riuscì a ricostruire parzialmente l'avvenimento, poiché qualcuno aveva visto i lampi di potere magico e poi la grossa figura demoniaca dileguarsi in volo verso il continente. Quello che entrambi più temevano era infine accaduto, il demone aveva preso sopravvento sul mago. Richard si chiese ansiosamente cosa poteva esser successo per condurre l'amico tra le grinfie di quella maledizione, e spedì decine di gufi a tutti i conoscenti ed amici di Tom, sperando di aver notizie.
Fu solo a pomeriggio inoltrato che ebbe notizie, quando Reyes e Serephina entrarono nel suo negozio, accompagnate da un affannatissimo Cletus, che per l'emozione aveva smesso di parlare inglese, per tornare al russo, la sua lingua madre. Il piccolo e paffuto mago, solitamente gioviale e dall'eloquio fluviale, li accolse senza un sorriso, mandò l'elfo a calmarsi in cucina, preparando una tisana per tutti, e tornò a rivolgersi alle due donne, con una sola domanda sulle labbra.
«Avete notizie di Tom?»
«Mr Murray» disse la vampira, lo sguardo grave e preoccupato, prendendo subito in mano la situazione, «Siamo venuti qui perché abbiamo bisogno del suo aiuto.. Il demone contenuto nell'anello di onice che Tom ha trovato a Praga, si è impossessato di lui. Cletus ci ha portate qui da lei: dice che lei e Tom avete studiato l'anello a lungo.. Forse lei sa come fare per liberarlo.»
«Temevo che potesse esser successo questo. Era il terrore di Tom.» disse, chiudendo il negozio e conducendo le due donne nel retro, dov'era la cucina e la scala che dava accesso al suo appartamento, sopra il negozio. Si accomodarono davanti ad un camino, circondato da un largo divano e da due poltrone, le stesse che avevano spesso ospitato lui ed il socio nelle lunghe serate di studio. Sopra il camino era appeso un quadro, dove un'anziana donna, paffuta quanto Richard e con lo stesso sguardo gentile, si torceva le mani, osservando le due donne. Era la moglie di Richard, Clarissa, morta 15 anni prima, ma sempre ampiamente presente nella vita del marito.
«Com'è potuto succedere?» chiese dal quadro. «Tom era così attento, non si lasciava mai andare ad emozioni troppo forti, da settimane a questa parte...»
La vampira sospirò, prima di rispondere: «E' colpa mia.. Ha letto delle.. "cose".. nella mia mente, che gli hanno fatto perdere il controllo...»
Il mago abbassò la testa, troppo discreto per chiedere cosa, e si levò gli occhiali per prendere tempo, scuotendo il capo.
«Io ho scoperto di che demone si tratta, purtroppo.... stamattina ero andato da Tom per dirglielo.» mormorò, mentre il piccolo elfo tornava con un vassoio con teiera, tazze e biscotti. «Si tratta di Asmodeus, uno dei diciotto re infernali, signore della lussuria e del panico. Un nemico ben oltre le capacità del mio amico, pur abile com'è.»
Serephina, tremante, si portò le mani alla bocca, strinse gli occhi ed emise un piccolo gemito, mentre Reyes si passava le mani sul viso. Conosceva bene le gerarchie infernali e quel nome era uno dei più terribili. La governante esitò un momento, prima di aprire la grande borsa che portava e mostrare al mago un libro molto antico, dalla copertina rovinata di cuoio scuro.
«Io ho questo... è un grimorio, me lo ha dato una donna... dice di essere la faccendiera dell'Inferno, sostiene di esser l'incarnazione di un demone ella stessa. Mi ha detto di mostrarlo a Tom e quando lui lo ha letto è rimasto di sasso. Io non so che cosa contenga, ma forse lei...»
Richard prese in mano il libro, dubbioso, cominciò a sfogliarlo ed impallidì, come aveva fatto Tom giorni prima leggendolo. Man mano che sfogliava le pagine si rimpiccioliva nella poltrona, torturandosi i baffoni.
«Mio Dio... questa è la più tenebrosa delle Arti Oscure di cui ho mai letto. Capisco che Tom sia rimasto di pietra. Ma qualcosa, incredibilmente, ci potrebbe aiutare... Quella donna... ve lo aveva dato perché contiene un rituale per aprire un portale con le dimensioni infere. Da esso possono esser fatte uscire le legioni di Asmodeus, ma è altresì possibile rimandarlo indietro, se riusciamo a intrappolarlo di nuovo nell'anello e riusciamo a toglierlo dalla mano del nostro amico. Ma è un grosso rischio... ci vorrebbe un mago di grande talento per compiere quel rituale, io non so se ne sono in grado. Tom potrebbe, forse...» sospirò. «È incredibilmente in gamba come mago, sapete? Sa fare cose straordinarie... cose che non ho mai visto fare da nessuno. Ed è così modesto, dice sempre che sono delle sciocchezze. Eppure... io so che è una persona colta, ha viaggiato tantissimo, ha imparato molto viaggiando, e quando parla delle sue conoscenze... talvolta sembra ne abbia avuto esperienza diretta, se non fosse la persona mite e gentile che è, ci sarebbe da sospettare...»
«Non dire sciocchezze, Richard Murray!» Lo interruppe la donna dal quadro. «Il tuo sospetto è insensato e irrispettoso, ne abbiamo già discusso! Ovviamente Tom non ha mai praticato arti oscure, in vita sua, non è il tipo! Basta vedere la gentilezza con cui tratta quell'elfo!» esclamò indicando Cletus, a cui si inumidirono subito gli occhi.
Le due donne si guardarono, sorprese, e Reyes, che conosceva la vera identità del mago, parve corrucciarsi per un attimo, ma Richard alzò le mani, sulla difensiva.
«Hai ragione, Clara, perdona... tuttavia lui forse sarebbe capace ed abbastanza potente per fare questo incantesimo, con il mio aiuto. Io da solo, sicuramente non ne sono in grado. Così come non ho la più vaga idea di come potremmo catturare Asmodeus, ora che si è impossessato di lui.» Sbuffò, scuotendo la testa.
«Io conosco un cacciatore..» cominciò Reyes. «Un cacciatore di demoni e vampiri. Molto in gamba. È rinomato e temuto tra le creature della notte, si chiama Michael Jim Raven, lo conosce molto bene anche Tom, so che sono anni che si frequentano... da quando si è stabilito negli States, almeno.»
«Sì, me lo ricordo. L'ho visto in negozio un paio di volte, un omone alto, grande e grosso, con una cultura smisurata in fatto di demonologia. Non è del tutto babbano, mi ha detto una volta.»
«Esatto, ed è molto in gamba. Malgrado io sia una vampira, abbiamo fatto amicizia... lui ha capito che non sono un'assassina come la maggior parte della mia specie. Penso che ci potrebbe aiutare.»
«Sapete come rintracciarlo? Io non lo conosco bene.»
«Sì, non sarà un problema.»
Il mago annuì, cominciando a pensare che forse c'era qualche spiraglio di speranza, in loro favore.
«Si, ma come possiamo fare per togliere l'anello a Tom?» chiese Serephina, torcendosi le mani.
«C'è la possibilità di togliergli i poteri... esiste un incantesimo, molto antico, che veniva usato proprio per quello. Ma non è reversibile, almeno nella formula che abbiamo trovato noi. Io non me la sento di usarlo, voglio dire... quell'uomo sa fare cose meravigliose, una volta, per il gruppo teatrale magico di Nantucket, dove recitava anche mia moglie, ha preparato gli sfondi per le scene del “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, diamine, erano talmente perfetti che anche gli spettatori avevano la sensazione di trovarsi in un bosco, c'erano le farfalle ed i folletti che volavano sopra le teste di tutti... era bellissimo. Non possiamo levargli i poteri, senza contare che molti nell'antichità arrivavano addirittura al suicidio, per la brutalità della mutilazione.»
«Mio Dio... vuol dire che abbiamo le mani legate?» Chiese Serephina sempre più allarmata. «Se lo lasciamo in balia di Asmodeus morirà, se gli togliamo i poteri lo condanniamo al suicidio! No! Io non ci sto! Sono disposta a barattare la mia anima con Lucifero in persona, per riportare indietro Tom!» esclamò con le lacrime agli occhi, sbattendo i pugni sul tavolo.
«Calma, calma...» disse Richard, mentre Reyes si avvicinava alla governante, abbracciandola. «Non è ancora detta l'ultima parola. Io e Tom stavamo elaborando delle variazioni su quell'incantesimo per renderlo transitorio. Ora sentite cosa possiamo fare: io andrò con Cletus a casa di Tom, cercheremo tra le sue carte tutti gli studi che aveva fatto, mentre voi cercherete questo Raven, per chiedergli di aiutarci a catturare Asmodeus, d'accordo?»
Reyes annuì, mentre gentilmente consolava la governante.
«Me ne occuperò io. Ora andiamo, Sere... è tempo di tornare al castello.»
Le due donne si congedarono, mentre il mago e l'elfo si materializzarono insieme al faro. Lo studio di Tom era per lo più intatto, ed il piccolo essere magico sapeva dov'erano tutte le carte, così poterono in breve tempo racimolare tutto il materiale necessario. Richard decise di andare a portarlo alla biblioteca del Congresso Magico dei Maghi, dove lavorava un suo caro amico, nonché lontano parente della sua defunta moglie, per vedere quale delle variazioni fatte da Tom potesse esser funzionale.

Nel frattempo, Asmodeus continuava a viaggiare per il mondo, alimentando le paure ed i desideri degli umani, schiacciando sempre più il mago in una morsa di orrore, dentro di sé, nutrendolo di paure e visioni terrificanti, e nutrendosi a sua volta delle emozioni spaventose con cui torturava Tom.

Nessun commento:

Posta un commento