lunedì 14 febbraio 2011

Il faro

Il faro: baluardo di solitudine, unico segno di umanità contro il mare senz'anima. Sorveglia la distesa, girando la sua testa luminosa di guardiano insonne, solitaria guida di erranti dispersi in mare. Un ruolo, un compito che può svolgere solo chi sappia stare con se stesso meglio di quanto stia in compagnia, pur se talvolta non ami troppo nemmeno se stesso. In questo fortilizio, gli unici compagni raccontano storie che arrivano da lontano, nel tempo e nello spazio, e vanno ancora più lontano, a toccare le corde più intime del cuore del guardiano. Libri, storie, vite inventate che solo apparentemente non hanno nulla a che fare con la vita vera. Qualsiasi storia contiene la realtà, anche quando parla di luoghi e di persone inesistenti, contiene la vita più profonda, quella che nella quotidianità non è che il retrogusto, lo sfondo, il sapore che resta in bocca dopo un bacio, dopo una corsa in spiaggia, dopo una risata, dopo un lungo pianto. Quel sapore, quella sensazione, questo è protagonista dei libri migliori. Leggere è vivere due volte, ma come la scrittura è una parte della vita che si può fare solo in solitudine. E solo in quella solitudine si può trovare quello che ci insegna a star bene con gli altri, ad amarli, a comprenderli.
Il guardiano del faro fa il giro della lanterna, controlla che la luce sia accesa e sorride. Un altro viaggio sta per iniziare.
Buonanotte.

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