domenica 2 gennaio 2011

Un nuovo incantesimo.

*fuori il vento ulula sul mare infuriato. Dentro, mentre una musica indistinta riempie il faro, il profumo di una tisana si sparge nel salotto... il mago, seduto comodamente sull'ampio divano semicircolare, con uno scrittoio portatile sulle ginocchia, circondato da volumoni antichi, consulta libroni di alta magia, prendendo appunti su un taccuino pieno di orecchie e di foglietti colorati che spuntano. Sbuffa e spesso sorride, mentre scorre le pagine*
c'è sempre da imparare, straordinario.... *commenta tra se, mentre legge. Cletus, impegnato in una partita di "acchiappa la palla" con Spaccaossa, si gira a guardarlo per un attimo, giusto il tempo di farsi soffiare la pallina di carta lucida dalle mani dal felino attento*
Ho capito!! *esclama all'improvviso, battendo le mani* Cletus! Guarda, ho capito!
*afferra la bacchetta, allunga le mani di fronte a se e dopo un istante di concentrazione, con un respiro più profondo per prender tempo, pronuncia a voce bassissima un incantesimo. Dalla punta della bacchetta parte un lampo azzurrino, piccole scintille verde chiaro si allargano dalla cima e l'energia va a toccare un grosso tomo nella libreria accanto al caminetto. L'oggetto vibra, si torce, sembra quasi prendere vita, finchè un'ombra si alza da esso. Un alone scuro si contorce attorno al libro prendendo forme strane, che via via trovano ordine in una forma antropomorfa. Infine si illumina brevemente, mentre si materializza un uomo anziano, vestito di un lungo abito azzurro, con un mantello blu drappeggiato sulle spalle, ad avvolgerlo completamente. I suoi occhi fissano il vuoto, le pupille sono velate da uno strato bianco e latteo. Sospira e poi in greco arcaico chiede: «Dove sono, che luogo è mai questo?»
Il mago sorride, si alza e va incontro al vegliardo.
«Perdonate, Maestro...» risponde nella stessa lingua, esitante, poichè non la usa da tempo immemore, «sono un ammiratore della vostra arte, e vi ho convocato qui, con l'aiuto degli Dei... per chiedervi di ascoltare la storia dalla vostra viva voce.» Si alza, va incontro all'aedo e lo conduce a sedersi sul divano, accanto al fuoco.
Fa segno a Cletus, ipnotizzato, di andare a prendere un'altra tazza di tisana e di portarla per l'ospite. Il piccolo elfo obbedisce prontamente, e quando torna guarda interrogativo l'aedo cieco, che prende la tazza e l'annusa, il mago fa un piccolo incantesimo cos' che il suo coinquilino scopre di poter comprendere le parole dell'ospite inatteso. Questi ringrazia e poi, con voce sonora, abituata a raccontare la sua storia nelle corti e nelle piazze, senza far domande, comincia a declamare, mentre il mago commosso prende posto sul divano accanto a lui, silenziosamente....*


Narrami, o Musa, dell'eroe multiforme, che tanto vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia: di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri,
molti dolori patì sul mare nell'animo suo, per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni.
Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo: con la loro empietà si perdettero, stolti, che mangiarono i buoi del Sole Iperione: ad essi egli tolse il dì del ritorno.
Racconta qualcosa anche a noi, o figlia di Zeus.

[Omero, Odissea, traduzione di G.A. Privitera, Mondadori]

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